Conferenza generale Italiano – Mirko Tavoni – 03/12/2024
DETTAGLI CONFERENZA
Titolo: Qualche riflessione sulla gerarchia degli obiettivi di apprendimento: “Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua” è più importante che “riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase”?
Relatore: Prof. Mirko Tavoni
Data e orario: 03/12/2024, ore 15.00/16.30
Area tematica: Italiano
ABSTRACT CONFERENZA
Nelle vigenti Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, varate dal MIUR nel 2012, gli “Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado” (pp. 34-36) elencano prima tutti gli obiettivi relativi ad “Ascolto e parlato”, “Lettura”, “Scrittura”, “Acquisizione ed espansione del lessico ricettivo e produttivo”, in linea con i principi dell’educazione linguistica democratica, recepiti dal Ministero fin dai Nuovi programmi per la scuola media del 1979, secondo i quali – giustamente – scopo dell’educazione linguistica è potenziare le abilità linguistiche degli studenti, non tramandare nozioni grammaticali. Arrivati all’ultima categoria di obiettivi, cioè “Elementi di grammatica esplicita e riflessione sugli usi della lingua”, sono elencati 10 obiettivi, evidentemente in ordine di importanza, il primo dei quali è “Riconoscere ed esemplificare casi di variabilità della lingua”, seguito da altri obiettivi pure afferenti ai vari ambiti d’uso della lingua e ai vari tipi di testo, oltre che alla struttura del lessico, finché al sesto posto compare “Riconoscere l’organizzazione logico-sintattica della frase semplice”, al settimo “Riconoscere la struttura e la gerarchia logico-sintattica della frase complessa almeno a un primo grado di subordinazione”, all’ottavo “Riconoscere in un testo le parti del discorso, o categorie lessicali, e i loro tratti grammaticali”. Questa gerarchia riflette la valorizzazione salvifica della cosiddetta linguistica variazionale e l’implacabile declassamento della grammatica in atto da cinque decenni. Che però non ha impedito all’editoria scolastica di continuare a saturare il mercato di grammatiche tradizionali inefficaci; ha solo impedito che alla scuola arrivasse il rinnovamento della grammatica come scienza cognitiva, con le sue vitali potenzialità di valorizzazione della competenza nativa degli studenti, di quella “grammatica implicita” che le Indicazioni evocano senza però suggerire agli insegnanti che uso ne possano fare.
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